Rubrica a cura di Matteo Caponetti dell’Associazione Culturale Zenit
Le prime due interviste ci hanno dato l’occasione di conoscere due interessanti realtà quella di una comunità militante svizzera e quella di un portale di informazione polacco. Entrambe hanno lasciato spunti importanti di riflessione e ci hanno permesso di conoscere opinioni e punti di vista assolutamente condivisibili su molte delle tematiche affrontate. Per questo, dopo una pausa di una settimana in cui Zenit è stata impegnata nella raccolta di fondi e materiali per aiutare le minoranze serbe del Kosovo, il Corsaro Nero torna con la sua rubrica e fa tappa in Spagna dove incontra i ragazzi di Projecto Impulso.
1) Raccontateci la vostra storia, quando nasce Proyecto Impulso e di cosa vi occupate?
Proyecto Impulso è nato nell’ottobre del 2011, dopo l’esperienza, gli errori e i successi di Zona Cero, la nostra sede, che ha aperto le sue porte nell’agosto del 2009. Dopo due anni di lavoro in Zona Cero abbiamo deciso che era il momento di fare il salto di qualità e intraprendere la politica nelle strade, la denuncia critica dei problema sociali e rendere libera la nostra immaginazione per creare campagne rivendicative ed originali: questo è Proyecto Impulso, il veicolo che porta tutte le nostre inquietudine in strada. Zona Cero continua comunque ad essere la nostra casa. Proyecto Impulso, in questo momento, porta avanti una campagna centrale di denuncia del problema della casa, che in Spagna è ormai una delle principali preoccupazioni sociali. Nel nostro paese, abbiamo già diverse persone che hanno fatto ricorso al suicidio a causa della minaccia di sfratto, ogni giorno ci sono persone che vengono cacciate dalle loro abitazioni o non riescono ad arrivare a fine mese prima ancora che arrivi la rata del mutuo o dell’affitto.. Portiamo avanti inoltre una campagna di contro-informazione per mettere in evidenza il lato nascosto delle notizie spiegando così la realtà di quello che ci viene raccontato dai media. Ma non è tutto facciamo anche azioni puntuali verso altri problemi sociali e continuiamo a realizzare attività ludiche e culturali a Zona Cero, sport e giornate che si svolgono a contatto con la natura.
2) Qual’è la vostra idea politica nel campo economico e sociale?
L’economia è necessariamente legata al sistema sociale e ci deve essere tra entrambe un rapporto di subordinazione. Attualmente però è la parte sociale che si trova subordinata a quella economica quando invece un sistema equo imporebbe l’inverso e cioè l’economia subordinata senza condizioni al sociale. Soltanto su questa base è possibile articolare un sistema che possa far convivere la sovranità con la libertà dei popoli. Sul piano economico rigettiamo i grandi sistemi della storia ed aborriamo l’attuale capitalismo finanziario internazionale. Osiamo invece immaginare una terza via basata su una economia reale e vicina che sia sempre subordinata all’interesse generale e la cui importanza non sorpassi mai i limiti della decenza, come invece succede oggi. Una terza via che sia ordinata secondo un modello sociale che non ha niente a che fare con gli aggettivi como ‘progressismo’ o ‘socialismo’, nel loro usuale senso moderno del termine; che possa coprire le necessità sociali in maniera vera ed equilibrata, lontano sia dal parassitismo che dall’abbandono alla logica in vigore negli Stati pseudosociali dell’Europa Occidentale che trasformano i poveri in losers (perdenti).
3) Per voi l’immigrazione è un problema o una risorsa?
L’immigrazione è un arma a doppio taglio che costituisce un problema nel paese d’origine ed in quello di accoglienza. Il solito discorso di chi sostiene che gli immigrati fanno i lavoracci che noi non vogliamo fare, quando in realtà quello che non accettiamo non è il lavoro ma le condizioni, oppure che vengono a pagarci le pensioni e ad aumentare il nostro tasso de natalità è insostenibile. Allora, il problema è il fenomeno dell’immigrazione non l’immigrato in sè. L’immigrazione è quello che fa male ai popoli sia a chi la riceve e sia a chi la emette. Suppone spogliare ai paesi di origine di una porzione della sua popolazione, generalmente giovane e in molti casi preparata; quindi essi peggiorano ancora di più la loro situazione nazionale dopo avere perso la forza che avrebbe potuto aiutare a rialzare il paese. Oltre a ciò, tante volte si creano dei ghetti e della conflittualità nei paesi di accoglienza, competizione sleale sul mercato del lavoro, l’aumento dei costi dei servizi sociali e in più essa si scontra con la nostra cultura e le nostre tradizioni, creando a volte ingerenze o ad esempio persone apolidi cioè immigrati di seconda o terza generazione che non vengono riconosciuti nè nel loro paese di origine nè in quello di accoglienza. L’immigrazione è un arma del capitalismo che danneggia tutte le parti coinvolte. Fare una lettura superficiale di questo tema, incolpando la persona che lascia tutto indietro sognando una vita migliore nella nostra Europa è un velo di fumo che ci svia dalle vere responsabilità e non ci permette di analizzare il problema in profondità impedendo quindi di trovare delle soluzioni. L’immigrante è vittima dell’immigrazione come lo siamo noi.
4) La cultura e la gioventù rappresentano secondo noi due aspetti fondamentali su cui puntare per ricostruire il futuro delle nostre nazioni. Siete d’accordo? Come rispondono i giovani alle vostre iniziative?
Completamente d’accordo. La cultura crea una base solida, magari indistruttibile, sulla quale è possibile edificare il futuro. E non parliamo soltanto della cultura generale o di una conoscenza statica ma parliamo anche di quella cultura del domani, dell’azione, delle idee, della formazione costante in tutti i campi diventando uno stile di vita. La gioventù deve essere la forza motrice dei cambiamenti. Viviamo in una gerontocrazia, una società vecchia ed accomodata, e soltanto la gioventù può avere l’energia sufficiente per affrontare con coraggio e ostinazione i problema attuali. Noi cerchiamo di dare voce a quella gioventù, dunque Proyecto Impulso è soprattutto composto di giovani delle città che sono interessati ad un modo di fare politica differente e reale, lontano dai discorsi vuoti e ad una forma decisa e romantica di riprendersi la vita.
5) In Spagna esistono molte spinte e realtà regionaliste che sognano l’autonomia e la separazione dal governo centrale di Madrid. Qual’è il vostro pensiero a riguardo?
Il problema principale di queste pressioni è che solitamente il loro è un motivo economico. Anche se si nascondono dietro ad argomenti culturali, storici o linguistici, i rappresentanti delle istanze separatiste si muovono seguendo le tipiche aspirazioni borghesi ed economiche basti pensare soprattutto al caso della Catalunya. Dicono di lottare contro l’oppressione che viene dalla Spagna, che opprime le loro rivendicazioni sovrane ma in realtà la Spagna è schiava così come tutte le regioni che la compongono. Quelli che sono padroni della nostra sovranità sono l’alta finanza, le macrostrutture bancarie, la speculazione e le mafie internazionali del debito. La Spagna, pur volendo, non sarebbe in grado di essere sovrana perché non lo è. Noi non immaginiamo la Spagna senza una delle sue regioni e non immaginiamo una delle sue regioni fuori dalla Spagna. Nonostante ciò rifiutiamo di avere una Spagna giacobina con un centro onnipotente che non ha niente a che vedere con la nostra Storia nè con la nostra idiosincrasia. La Spagna non è mai stata così forte e al tempo stesso così unita come quando era composta da diversi regni.
6) Passiamo alla geopolitica per conoscere meglio il vostro pensiero sulla politica estera. La prima domanda che vi pongo riguarda il Kosovo e la difficile situazione internazionale in cui si trova la Serbia. Nelle scorse settimane la Serbia ha ricevuto due schiaffi morali dal Tribunale Internazionale dell’Aja dove in due differenti processi sono stati assolti prima, i due generali croati Ante Gotovina e Mladen Markac responsabili dell’operazione “Tempesta” che portò al massacro di 150 persone e la deportazione di altre 200 mila, poi l’assoluzione ancor più grave di Ramush Haradinaj e dell’ex comandante ed ex vice comandante dell’UCK responsabili dell’eccidio di 800 persone dove solo una piccola parte di questi corpi fu ritrovata, esumata e consegnata ai famigliari mentre gli altri sono probabilmente finiti per essere sfruttati nel mercato nero degli organi. Dopo questa ennesima dimostrazione di giustizia a senso unico che valore può ancora valere il diritto internazionale? Siete d’accordo con noi se affermiamo che il Kosovo è uno stato fantoccio creato ad arte dagli americani?
Il Diritto Internazionale è una tenaglia che viene usata dai paesi più ‘forti’ per gestire e controllare a loro piacimento il resto del mondo attraverso una finta apparenza di legalità. I Tribunali Internazionali, dalla loro nascita, sono serviti per continuare a sottomettere i vinti sotto il giudizio arbitrario dei vincitori. Le notizie che ci raccontate, come queste sentenze del Tribunale del’Aja o del Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia, sono fedeli a questa linea. C’è di piu, la stessa esistenza del Diritto Internazionale, inteso come una combinazione di disposizioni comuni che regolano qualcosa che va oltre le relazioni tra i paesi, rappresenta un argomento estremamente complesso visto che implica l’accettazione tacita di una uguaglianza positiva molto lontana dalla realtà naturale perchè nega le differenze invece innegabili che esistono tra i diversi popoli. Certo, il Kosovo è un “stato” illegittimo che ha autoproclamato la sua indipendenza senza fare attenzione a quello che è disposto per questi casi nella variegata legislazione internazionale. La Storia ci dimostra che la stabilità nei Balcani è una delle chiavi più importante per la stabilità continentale e il Kosovo è diventato un centro di instabilità nel cuore stesso dell’Europa, agitato e controllato dalla diplomazia nordamericana, la prima ad interessarsi alla destabilizzare di questa strategica zona del continente europeo. In questo caso, come in tanti altri, gli USA hanno contato sulla collaborazione strategica dei due dei suoi più grandi alleati musulmani: la Turchia e l’Arabia Saudita, interessate anche loro a stabilire una dorsale islamica che divida in due i Balcani: Kosovo, Bosnia e gli intenti di destabilizzazione in Macedonia hanno avuto quindi anche questo scopo.
7) La Palestina è entrata a far parte dell’ONU. Come giudicate questa piccola vittoria simbolica?
L‘entrata della Palestina con uno status così marginale appare come un premio di consolazione. Noi partiamo dal presupposto che l’ONU è in realtà un’organizzazione non-utile o meglio l’arma diplomatica dei forti che ha una frustrata aspirazione democratica e una rappresentatività sproporzionata, per cui possiamo dire apertamente che essa non serve a niente. Il nuovo status della Palestina concessa nel mezzo dei ripetuti attacchi israeliani rende evidente l’incapacità e la poca volontà della comunità internazionale di dare una risposta seria al problema. In una situazione così occorre un aiuto reale sul terreno da parte di coloro che tanto difendono i Diritti Umani per cercare di fermare la machina di guerra israeliana, quindi far diventare la Palestina un Membro Osservatore dell’ONU pare più una beffa che un aiuto. Il riconoscimento diplomatico di un sentimento popolare di solidarietà verso il popolo palestinese è inutile perchè esso necessita invece il sostegno concreto di tutti quegli stessi Stati che l’hanno appoggiata simbolicamente per affrontare gli USA e Israele in maniera concreta. La risposta data da Israele è stata chiara, essa ha autorizzato la costruzione di nuovi insediamenti e di contro c’è da riscontrare la solita passività della stessa comunità internazionale che in questo ultimo periodo ha fatto sembrare di strizzare l’occhio alla Palestina concedendogli questo status.
8) E’ notizia di pochi mesi fa che l’Argentina ha dichiarato illegale la speculazione finanziaria. Il Sudamerica sta vivendo una stagione di emancipazione dall’ingombrante imperialismo yankee i quali hanno sempre visto il continente dell’america del sud come un giardino di loro proprietà. Come giudicate l’operato dei leader come Chavez, Morales e Kirchner?
Noi pensiamo che la situazione nel Sudamerica è molto più complessa. È vero che ci sono degli intenti per emanciparsi dal controllo nordamericano ma questo è positivo nella misura in cui esso favorisca la sovranità dei popoli. Invece questi intenti di emancipazione non sono automaticamente buoni solo perchè si contrappongono all’imperialismo yankee. Chávez, ad esempio, professa un populismo marxista e grottesco che dista molto dall’essere un modello e la stessa cosa possiamo dire del signor Morales. La Kirchner invece si nutre di un populismo opportunista e demagogo e prima di opinare dovremo capire meglio se questa sua lotta di emancipazione dagli USA non finisca invece per diventare dipendente agli interessi di altri inversori stranieri. Insomma tifiamo per l’emancipazione dei popoli sudamericani ma non supportiamo nessuno di questi tre in quanto, al di là di alcune notizie che ci colpiscono positivamente, nel complesso continua ad essere forte la componente dispotica che ha accompagnato sempre questa regione.
9) Assad e i siriani continuano a resistere agli attacchi mediatici e militari dell’Occidente. La domanda è come mai secondo voi dopo l’11 settembre 2001 l’Occidente ha combattuto contro il terrorismo uccidendo milioni di persone e ora supportano e finanziano gli stessi terroristi che hanno operato in Libia prima e ora stanno operando in Siria contro i siriani e il governo di Assad?
L’11 settembre fu un attentato farsa che ha alimentato il fantasma del terrorismo internazionale ed è stato utilizzato come alibi per dei fini economici, politici e geoestrategici. Ci sono stati attentati con investigazioni e conclusioni che non sono mai state abbastanza chiare (in Spagna abbiamo avuto l’attentato di Atocha l’11 Marzo 2004 che ha portato il risultato di 192 morti). Questa presunta lotta degli USA contro l’islamismo radicale è stata usata in maniera deviante come nel caso dell’Afghanistan e come ancor in maniera più significativa nell’attacco verso l’allora regime arabe laico dell’Iraq e adesso di nuovo in Libia e Siria. In realtà gli USA usano gli islamisti wahabiti per rovesciare regimi arabi legittimi a carattere nazionale e sociale.
10) L’Europa di oggi schiaccia i popoli e distrugge le nazioni, è manovrata da banchieri, speculatori ed entità sovranazionali. Alcuni stati iniziano a ribellarsi penso ad esempio all’Ungheria e all’Islanda. L’Europa fatta di nazioni sovrane e popoli liberi è ancora un sogno realizzabile?
Assolutamente sì. L’Europa formata da nazione sovrane e popoli liberi è il futuro, perché non può accadere in nessun altra maniera, perché non può continuare a durare per molto tempo ancora un’Unione Europea come quella descritta nel suo enunciato e perché il temperamento europeo non può conformarsi con questa sottomissione cieca a interessi alieni. L’Islanda e l’Ungheria sono due esempi di resistenza ma non sono sufficienti. Quest’altra Europa sarà possibile soltanto se ogni nazione d’Europa si rialzerà, se ognuno di noi si oppone ogni giorno con coraggio e speranza a tutto ciò che ci opprime senza smettere di sognare di costruire un’Europa libera e sovrana.
11) Quali sono i vostri sogni per il futuro?
Continuare e proseguire a difendere quello in cui crediamo; tornare ad alzarci ogni mattina con la speranza di essere e creare qualcosa di positivo facendo ogni giorno qualcosa di buono. È impossibile riassumere qui tutti i nostri sogni per il futuro. Quello che possiamo dire è che il futuro deve essere ancora costruito e noi abbiamo la volontà e la determinazione di continuare ad edificarlo.
Grazie ragazzi e vi auguriamo che possiate sempre di più dare impulso ed energia al vostro progetto svegliando sempre più coscienze attraverso la vostra forza creativa, le vostre idee e il vostro agire politico. Gracias y buena suerte